Grazie alle mie abili doti di commerciale e alla mia spiccata predisposizione alla diplomazia ho convinto Sandra a scartare l’ipotesi de “I pirati dei Caraibi” (complice anche il tutto esaurito in ogni multisala di Bologna e provincia) e, buttandogliela molto sul lato Novella 2000 (dai, è un film su Lady D!), sono riuscita a portarla all’Odeon. Non lo nascondo: questo film mi ispirava un po’ per l’attrice (Coppa Volpi
Che a me tutto ciò che è british m’intriga sempre.
Sala più gremita di quanto pensassi, target misto.
La sinossi ufficiale recita così: “Quando gli inglesi, sgomenti e increduli, apprendono la notizia della morte della Principessa Diana,
Non sono famosa per le mie tendenze monarchiche (anzi!) e quindi mi sono stupita della sensazione con cui ho vissuto la trama e percepito il messaggio del film. Siccome anche Sandra ha inteso una cosa simile, direi di non essermi sbagliata. In realtà c’è molta meno polemica nei confronti di Elisabetta II di quanto sembri ad una prima occhiata. Non indugio sulla triste precisione del modo in cui ci vengono dipinti i personaggi di Carlo e del Principe Filippo (rispettivamente privo di attributi il primo e di cuore il secondo): basta mezz’ora ed è fisiologico simpatizzare con l’antagonista, che viene ovviamente messo in maggior risalto, ossia Tony Blair. Dopotutto la storia inizia con l’intenzione di far entrare in empatia lo spettatore con la povera Diana e con il goffo ed inesperto Primo Ministro (a tratti la sua democraticità è a mio avviso un po’ troppo enfatizzata) che, neoeletto, tentano di proporci come SalvaLaCoronaBeghelli della situazione.
Compito facile: d’altronde chi, di fronte alla scelta, avrebbe simpatizzato con
Ed invece il retrogusto che ti rimane è proprio questo: Elisabetta II è
Che poi, chi lo sa dove sta la realtà dei fatti? Ma amare Diana e odiare Elisabetta, diciamocelo, è semplice come sparare sulla croce rossa. Io per prima, che ho sempre avuto il mito di Diana Spencer come di povera vittima vessata dalle angherie della Royal Family però, non posso certo dire di aver cambiato idea ma posso senz’altro dire di aver ampliato la mia visuale. Ché, da che mondo è mondo, la verità (che in questo caso non sapremo mai) sta sempre un po’ nel mezzo.
Cosa mi è piaciuto: il racconto di parte, che ha riequilibrato ai miei occhi una storia ormai trita e ritrita; la fotografia delle praterie nei pressi del castello di Balmoral; i quattro fedeli cagnolini di Elisabetta.
Cosa non mi è piaciuto: la caccia, senza se e senza ma; l’improbabile arredamento/atteggiamento “Ikea” di casa Blair.
Durata: un’ora e mezza giusta, non annoia (Sandra ha dormicchiato, lo dico per trasparenza, ma poi si è giustificata che era stanca).
Da consigliare a: chi mette il latte nel suo Earl Grey.
LdC
Haikumeccanico: The Queen sintesi (a me è è piaciuto)
Parigi val bene una messa (figuriamoci Londra).
Parigi val bene una “massa” (e potere).
C’hai preso gusto a recensire film, eh? ;-)
Ciao
Sarà che adoro Elisabetta I ma non posso non ammirare Elisabetta II, nel suo freddo e sicuramente doloroso distacco dal mondo. Credo che andrò a vedere il film, che già mi ispirava, dopo aver letto la tua recensione anche, e non solo, perchè metto il latte nell’Earl Grey :)
sono giorni che volevo dedicarti una poesia.
Più o meno fa così:
FAVA APRI LA MESSAGGERIA DI SPLINDER CHE TI HO MANDATO UN MESSAGGIO GIORNI FA!!!.
Fine del momento poetico.
@Condonato, eccoti la mia poesia…
Se il messaggero Splinder
continua imperituro
a mostrare lo zero nei messaggi in arrivo
la povera Dani
continuerà a non guardare.
Sorry.
Ma ora ho risposto.
voglio troppo andarlo a vedere pure io